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La folle guerra fredda dei Coen

di Boris Sollazzo

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28 agosto 2008

Dopo l'antipasto su terraferma dedicato al Leone alla carriera Ermanno Olmi, applaudito per La leggenda del santo bevitore, che vinse a Venezia esattamente 20 anni fa, arriva la serata più attesa, quella dell'inaugurazione all star. È Burn after reading, spy story contemporaneamente politica e demenziale, ad aver aperto le danze, presentato dalla madrina Ksenia Rappoport davanti a una platea gremita e seguito da un party leggendario (si parla di 1.200 invitati). I fratelli Coen riuniscono i fratelli di pellicola George Clooney e Brad Pitt, anche se solo sulla carta, visto che tranne per uno scontro a fuoco molto bizzarro, ripreso con controcampo e montaggio alternato, vivono due storie parallele.
Il risultato è una riuscitissima commedia degli errori e degli orrori sulla Cia e i (dis)servizi segreti. Clooney nevrotico fedifrago e funzionario del Tesoro con tanto di pistola chiude la "trilogia dell'idiota" con i due fratelli da Oscar (prima erano arrivati Fratello dove sei? e Prima ti sposo, poi ti rovino) ma il vero mattatore è Mr. Jolie con riflessi biondi e pettinatura inguardabile nella parte di un ingenuo istruttore di fitness che si crede furbissimo. I suoi balletti, le sue espressioni facciali e verbali sono quasi da cinema muto e regalano una performance comica di imprevedibile eccellenza. La trama è solo un pretesto per gag e stilettate di satira sociale e politica: una strana coppia, Frances McDormand e Brad Pitt, entrano fortuitamente in possesso di informazioni sensibili di un dirigente Cia appena defenestrato. Inizia un girotondo da guerra fredda, in cui tutti i partecipanti alla danza hanno da vincere frustrazioni di una vita fatta di meschinità e inganni (attuati o sperati) e tra sicurezza nazionale e insicurezze private succede davvero di tutto.
«La guerra fredda nel film è una pura coincidenza. La nostra non è una pellicola politica, i russi in una storia di spionaggio sono automatici e ci attirava il loro evidente anacronismo», hanno detto i Coen. Una virata rispetto al pluripremiato No country for old men ideato e scritto in contemporanea con quest'ultimo gioiello della loro cinematografia. Sia pur ripetitivi, impegnati in costanti variazioni sui temi a loro cari, i loro sprazzi di autentica e geniale ferocia valgono il prezzo del biglietto. Nel loro prossimo lavoro, A serious man, il ruolo principale sarà affidato a Michael Stuhlbarg, anche se la verve di Brad Pitt ha piacevolmente colpito i due cineasti e l'attore potrebbe essere il prossimo perno di una nuova trilogia.
Intanto il Lido è impazzito per l'accoppiata Clooney-Pitt, con avamposti davanti alla scenografia di Dante Ferretti e alla Sala Grande fin dalle 10.30 del mattino. In una Venezia che per motivazioni contingenti e non è orfana della solita ondata di divi, sono l'attrazione generale. L'altroieri George ha raccolto anche 2 milioni per il Darfur, mentre, Brad, Angelina e bimbi, insieme al munifico amico, sono attesi stanotte al ricevimento per lo stilista Valentino, qui protagonista del documentario di Orizzonti The Last Emperor.

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